mercoledì 17 agosto 2016

DUSTY SPRINGFIELD

Dusty Springfield 
Come for a Dream: The U.K. Sessions 1970-1971
[Real Gone/ IRD 2015]

www.realgonemusic.com
File Under: Lost gems
di Nicola Gervasini (27/02/2016)
La storia raccontata da Come for a Dream- The U.K. Sessions 1970-1971, pubblicazione d'archivio di Dusty Springfield, è quella di politiche discografiche oggi ormai non più esistenti e immaginabili. Nel 2016 si registra e si pubblica tutto, in qualunque modo o canale. Nel 1970 invece una grande etichetta come l'Atlantic poteva anche permettersi di impegnare una nuova gallina dalle uova d'oro come la Springfield, fresca del successo di album come "Dusty in Memphis" e "From Dusty With Love", in una lunga serie di session, rigettando però gli album presentati. La storia dice infatti che la sua carriera fu pesantemente segnata dalla pausa imposta dalla grande major, che solo nel 1972 pubblicò l'album "See All Her Faces", unendo brani provenienti da diverse sessions e pubblicandolo solo in Inghilterra, condannando così il disco all'insuccesso e all'oblio.

Già lo scorso anno era uscito Faithful, album presentato dalla Springfield nel 1971, ma mai pubblicato, e per più di vent'anni erroneamente ritenuto perduto in un incendio. Ora questa nuova raccolta cerca di fare ulteriore ordine, pubblicando interamente le incisioni realizzate a Londra in un lungo arco di tempo che va dall'8 giugno del 1970 al 19 novembre 1971. Alcuni di questi brani erano già stati recuperati dalle pubblicazioni successive, altri vennero poi manipolati come bonus track di alcune raccolte e riedizioni in cd, ma molti risultavano ad oggi ancora inediti. Regina del soul bianco per una breve stagione, la Springfield nel 1970 portava avanti quella sua visione "poppish" della musica nera che ancora oggi (come allora) ha molte adepte (pensate a Joss Stone ad esempio). Ma quando per gli studi si aggirano produttori come Tom Dowd, Jerry Wexler o Arif Mardin si ha la garanzia che non tutto si risolverà in un pop levigato e insulso. Prendete ad esempio la cover di I Wasn't Born To Follow, immancabile passaggio attraverso il songbook di Carole King, dove alla doverosa estetizzazione della melodia fa da contraltare una slide-guitar decisamente southern-oriented, segno di una decisa apertura ai nuovi sound imperanti nei primi anni settanta.

La linea però appare non chiara proprio per i troppi interessi dimostrati e i troppi produttori coinvolti, non sempre allineati sulla strada da intraprendere. E così per una sentita ma decisamente pomposa versione di Yesterday When i Was Young di Charles Aznavour, abbiamo una delle tante versioni esistenti di A Song For You di Leon Russell, per passare alla musica brasiliana con Come For A Dream, un brano di Antonio Carlos Jobim. E si può immaginare quindi che il pubblico potesse essere confuso da una artista che passava dall'easy-soul in stile Supremes di Girls It Ain't Easy a pezzi fortemente rock-oriented come Crumbs Off The Table (scritta da Scherrie Payne, sorella minore della più nota Freda, e che successivamente sarà lead singer di una edizione post Diana Ross proprio delle Supremes).

Qualche eccesso di eleganza, ma anche classe a profusione: la raccolta evidenzia una valida interprete che stava già perdendo il treno per confermare il successo, ma che forse è stata archiviata troppo in fretta da un'industria che ai tempi non ammetteva passi falsi.

BILL RYDER-JONES

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