lunedì 16 ottobre 2017

J SINTONI

J. Sintoni Relief
[Good Luck Factory / IRD 2017] 

jsintoni.com
 
File Under: Swamp Blues with Grappa

di Nicola Gervasini (25/08/2017)
Che la storia del blues italiano debba rimanere un fenomeno culturale marginale nell'ambito di una visione ampia e internazionale pare ovvio. Siamo un popolo di fans, imitatori, bravi scolari e (fortunatamente) spesso anche splendidi professionisti, ma si sa che gli originali stanno in un altro mondo e suonano diversamente. Eppure non è difficile tracciare un percorso di storia del blues italiano, che se magari non offre capolavori per le immancabili liste di settore, ma qualche soddisfazione la toglie, e lo sappiamo bene su queste pagine dove non abbiamo mai mancato di seguire la scena. Fin dagli anni settanta di Guido Toffoletti e Tolo Marton, agli ottanta di Paolo Bonfanti, fino ad arrivare alle realtà dei giorni nostri con Francesco Piu e tanti altri.

In questo scenario J Sintoni era ancora un "giovane" in crescendo, e lo avevamo già evidenziato in occasione del suo album A Better Man nel 2012. Allora c'era un bluesman elettrico che seguiva lezioni consolidate, ma in questo Relief troviamo un artista pronto al salto di qualità. La lunga frequentazione con Grayson Capps si sente parecchio, perché qui si naviga nelle paludi torbide dello swamp-blues acustico, fatto di dobro e giri blues immersi nelle muddy waters del Mississippi, con le medesime contaminazioni della roots-music di Austin sentite spesso anche nei dischi di Capps. E liberato dall'obbligo di dover dimostrare la propria bravura in assoli hendrixiani, Sintoni si rilassa e offre il meglio in queste quattrodici ballate acustiche autoprodotte con l'autorevole aiuto di Trina Shoemaker (vinse il Grammy per il lavoro in fase di missaggio delle Globe Sessions di Sheryl Crow, e ha lavorato con Blues Traveler, Emmylou Harris, Nanci Griffith, Queens of The Stone Age e tanti altri). Unici aiuti in studio sono il banjo di Thomas Guiducci, l'armonica di Marco Pandolfi, la voce di Francesca Biondi e le percussioni di Christian Canducci.

Coraggiosa anche la scelta di non affrontare cover ma solo brani originali, con anche buoni risultati in termini di scrittura come la title-track, (brano che davvero fa tornare in mente gli ottimi risultati che Paolo Bonfanti ottenne quando nel 1994, in trasferta ad Austin, registrò il bellissimo The Cardinal Points and Other Short Tales, disco cardine del matrimonio tra blues e roots music in terra nostrana), o quando affronta filastrocche acustiche alla John Prine come Time On Your Side. Parte strumentale perfetta, cantato ancora un po' troppo attento alla forma e non sempre sciolto come quello dell'amico Grayson, ma sono sottigliezze: Relief è un disco che andrebbe acquistato in contemporanea con l'ultimissimo lavoro di George Thorogood (Party Of One), dove il vecchio bluesman americano rilegge vari classici in versione acustica. Serve a capire che, se ridotto all'osso, questo blues suona ancora bene nel Delaware come in Romagna.

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